13 febbraio 2012

Ohara-Sanzenin


Ohara; un paesino rustico ed è molto amato dai turisti giapponesi, ma è sempre in comune di Kyoto.
Oggi vorrei presentare uno dei più famosi villaggi in Giappone per la storia e per i bei templi sparsi in una piccola conca circondata dal sistema del monte Hiei, che è la mecca della sètta Tendai giapponese a partire dall'epoca Heian (9° sec). Il villaggio Ohara si trova 12km a nord-ovest della città (ci vuole un ora con autobus dalla stazione di Kyoto) e qui ancora si conduce una vita campestre coltivando riso e varie verdure. Nell'epoca Heian c'era il terreno a pascolo dove allevavano cavalli e buoi ed era conosciuto anche come un paesino-produttore di carbonella per la città. Poi Ohara si sviluppò in un punto di collegamento fra la capitale e la baia di Wakasa (Mare del Giappone, 80 km dalla capitale) dove furono sbarcati sgombri che erano ghiottonerie necessarie per la festività nella capitale, così ci passarono tanti viaggiatori e trasportatori di sgombri salati. Venivano anche gli aristocratici che volevano isolarsi dal mondo, poi alcuni di loro ci rimasero per sempre per fare una vita da eremita. Essendo situato al piede del monte Hiei, era anche una area religiosa con diversi templi buddhisti di sètta Tendai i quali funzionavano da centro di addestramento al canto liturgico chiamato "Shomyo" che riecheggiava per la conca. Ancora oggi  in Ohara c'è una decina di templi sparsi lungo i ruscelli, tra cui c'è il famoso Sanzenin, è un bellissimo tempio con i vari giardini, ma tutti sono giardini tipici di Kyoto. A me piace di più il giardino "Yusei-en" con il mare dei muschi dove vengono collocate le lanterne sobrie e le statue graziose. Secondo me nessuno riuscirà a non scattare una foto qui.
il giardino "Yusei-en" e il palazzino "Oujo-Gokurakuin" originale del 12° secolo; dentro il palazzo c'è una trinità delle statue del Buddha Amitaba e delle due bodhisattva particolarmente sedute allo stile Yamato (seiza). Non dimenticate di osservare anche il soffitto a "barca rovesciata" originariamente era dipinto in colori vivaci.

ci sono le statuette di Jizo qua e là

il giardino "Shuheki-en" attribuibile al Sowa Kanamori che era un grande maestro del tè dell'epoca Edo. Il caratteristico del giardino è la siepe curvata. Era molto bello con la leggera nevicata.

c'è anche un "Tsubo-niwa", è un giardinetto che si trova interno dell'edificio, è tipico giardino Kyotese. Di solito è molto piccolo ma c'è tutto qui.

ho incontrato una bella ragazza vestita da "Oharame", era contadina-venditorice della legna o della specialità del villaggio, una volta andavano a vendere a piedi in città per 20km andata e ritorno portandole sulla testa.


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7 febbraio 2012

il tempio di Daruma


la porta d'ingresso del tempio Horinji, ma si capisce subito che questo è Daruma-dera senza leggere il nome.

Daruma-do; il palazzino dedicato al Bodhidharma. Stavano recitando una preghiera  davanti alla statua.

fuori si vendevano le Daruma di varia grandezza.

Hojou (il palazzo principale), queste Daruma sono state donate dai fedeli.

davanti all'altare c'è la statua del Buddha sdraiato di grandezza naturale, in Giappone è abbastanza difficile trovare una statua di questo genere.



Il tempio si chiama ufficialmente "Horinji", ma per non confondere con l'altro tempio di medesimo nome che si trova a Arashiyama ed anche è più famoso di questo, lo chiamano  "Daruma-dera". Il tempio sta a due passi dall'incrocio Enmachi e dà sulla stradina lungo il fiume Kamiya. Una volta arrivato alla porta d'ingresso si capirà subito perché hanno dato questo nomignolo al tempio, è proprio pieno delle bambole di Daruma in tutto il tempio. Dicono che qui ci sono circa 8,000 Daruma che saranno tutti i voti dei fedeli. La bambola di Daruma è molto popolare in Giappone sia come mascotte che come giocattolo, considerato un pupazzo di buon augurio perché anche se lo rovesciamo si raddrizza da solo per la sua figura rotonda senza gambe ne braccia ed anche per il suo basso centro di gravità. Perciò Daruma è diventato una figura votiva che ci porti gli sforzi costanti e la pazienza che sono ambedue le virtù più apprezzate in Giappone. La bambola Daruma rappresenta il Bodhidharma che è un personaggio di intorno al 6° secolo ed è il patriarca dello Zen. Nacque come il terzo principe di un paese in India meridionale però abbandonò il mondo per farsi bonzo. Poi diventò il 28° patriarca del Buddhismo indiano ereditando la dottorina del Shakyamuni. Andò in Cina per diffondere lo Zen e secondo la famosa leggenda, si stabilì nel tempio Shàolin-sì nei pressi dell'antica capitale Luoyang e lì fece lo Zen voltandosi verso il muro per 9 anni senza muoversi fino a putrefare le sue membra. Ecco così  in Giappone, dove ben diffuso lo Zen, col tempo la sua figura si trasformò in bambola di cartapesta semplicemente rotonda senza gambe ne braccia. Di solito le Daruma sono vendute con gli occhi bianchi in modo che l'acquirente possa riempire le pupille con inchiostro di china. Si dice che bisogna disegnare la pupilla sinistra (la nostra destra stando di fronte alla bambola) per primo esprimendo un desiderio, e poi dopo che si sarà avverato il desiderio riempie anche la destra. Questo Daruma-dera di Kyoto fù fondato nel 18° secolo particolarmente da un signore cambiavalute (comunemente fondatori dei templi Zen erano samurai) e però subì ben tre volte i disastri. Dopo l'utimo disastro che sarebbe la seconda guerra mondiale, i fedeli cominciarono a portarci le Daruma in modo da esprimere la loro volontà di "ricostruire" con lo spirito di Bodhidharma descritto spesso in 4 ideogrammi 七転八起 (anche se uno cade per 7 volte, basta che si alzi per 8 volte). Ancora oggi continuano a portare le bambole dopo che sono stati esauditi i loro desideri. Grazie a questa iniziativa, l'aspetto del tempio è diventato molto originale e simpatico. Allora, non volete apprezzare un giardino zen essendo accompagnato dai pupazzi?
durante la festa di Setsubun vendono anche Daruma-yaki, più o meno lo stesso gusto di Dora-yaki.
le Daruma e il giardino Zen, ma chi riuscirebbe a fare lo Zen qui???

3 febbraio 2012

mangiamo Ehou-maki

Oggi è la festa di Setsubun su cui avevo già scritto diverse volte. Siccome Setsubun è la vigilia di Risshun (立春), da domani dovrebbe iniziare la primavera, ma mi sembra che sia ancora lontana. In questi giorni non solo a Kyoto, in tutto il paese tranne Okinawa, fa molto freddo e in alcune zone è nevicato abbondante. Speriamo che piano piano il freddo si attenui come dice il calendario. A proposito, alla festa di Setsubun abbiamo l'usanza di mangiare  "Ehou-maki". Ehou significa "direzione fausta" e "maki" è makisushi, immagino che ormai anche in Italia non sarà difficile trovarlo. Sinceramente non so esattamente se ci sia qualche differenza tra Ehou-maki e Makisushi, probabilmente saranno quasi identici. Comunque Ehou-maki si mangia esclusivamente alla Setsubun, poi in generale dentro ci mettono 7 ingredienti ( sono più popolari frittata, fungo, tofu liofilizzato, kanpyo (zucca), cetriolo ecc) perché il numero 7 simboleggia la fortuna o la felicità. Così avvolgiamo buona fortuna in sushi e lo mangiamo. Però attenzione, ci sono tre regole da rispettare.
1, Ogni uno deve mangiare un maki intero, quindi maki non va tagliato perché "tagliare" potrebbe essere un atto di cattivo auspicio.
2, Si deve voltare verso "Ehou" o direzione fausta quando lo addenta. Ehou è la direzione in cui stanno gli dei Toshigami che ci portano la felicità e la nuova anima all'inizio dell'anno. Ma Ehou cambia ogni anno adeguandosi ai tronchi celesti (astrologia cinese), e quella di questo anno è Jin cioè nord-nordovest di oggi.
3, Si deve mangiarlo in silenzio pregando gli dei un desiderio. Se parli, la fortuna va via...

Non vi sembra divertente? Non sappiamo dove e quando è nata questa usanza ma è più diffusa in Kansai che in Kanto. Chissà quanti maki saranno consumati solo stasera...


al supermercato, c'era una montagna di Ehou-maki

che simpatico, il pacchetto con l'illustrazione.

sempre al supermercato, ci insegna cortesemente "Ehou di questo anno è nord-nordovest"
un tempietto che si trova in Shinsenen, dedicato al dio Toshigami.  Particoralmente è orientabile, si cambia ogni anno la direzione perché il fedele davanti all'altare si volga verso Ehou.


buon appetito!  いただきます!