19 ottobre 2011

KASAGAKE


tutti portavano un bellissimo costume, persino una gonna di pelle di daino

tutti avevano un bel portamento col busto diritto.

all'andata ; tirano di lato. Il bersaglio viene messo dentro il recinto di bambù.

al ritorno ; sta mirando il bersaglio a losanga messo in basso.

al rito di premiazione ; questo anno è stata una arciera giovane!
La terza domenica di ottobre al santuario Kamigamo, dove ha avuto inizio l'equitazione giapponese secondo la tradizione, si tiene la presentazione di "Kasagake" agli dei. "Kasagake" è tiro con l'arco a cavallo, quindi è uno delle arti marziali ma oggi si considera come una arte cerimoniale più che una gara. Attualmente in Giappone ci sono due scuole famose dell'arte di tiro con l'arco a cavallo, rispettivamente Ogasawara e Takeda. Ambedue patriarchi servivano Minamoto no Yoritomo (1147-1199), che fù il primo shogun del Kamakura Bakufu (shogunato). Quella che viene al santuario Kamigamo per l'occasione annuale è la scuola Takeda di cui la sede si trova a Kamakura ancora oggi. La loro arte era tanto apprezzata anche da Akira Kurosawa che la introdusse tante volte nei suoi film, senz'altro anche in "Sette Samurai". Per la prova di "Kasagake" gli aricieri tirano freccia 5 volte in totale, 3 volte all'andata e 2 volte al ritorno che sarà più difficile dell'andata perché i bersagli sono più piccoli e sono appoggiati in basso, perciò devono mirare da dietro il capo di cavallo. Sono rimasta incantata dalla raffinatezza dello stile del costume e del comportamento degli arcieri che erano sempre calmi anche dopo della prova con qualsiasi risultato, mi sembrava di vedere "i veri samurai". C'erano due arciere femminili e questo anno una di queste ha ottenuto il primo premio!

                                     Guardate anche voi una prova, lui ha colpito tutti e tre bersagli!

13 ottobre 2011

Finalmente....è arrivato!




L'ho aspettato ansiosamente, il libro si chiama "KYOKO" come il mio nome e sottotitolato " un omaggio al Giappone". Francesca Papa, l'autorice di questo libro è venuta in Giappone un anno fa e l'ho ricevuta come cliente. Dopo questo viaggio ha scritto un libro giallo ambientato in Giappone. Mi dice che io, insieme con una mia collega, sono una dei personaggi principali. Sarei immersa subito nella lettura se avessi tempo, però ultimamente sono impegnata a fare un lavoretto, perciò sarò lentissima a leggerlo purtroppo... Sarò felice se riuscite a leggere il libro anche voi!

il titolo del libro; KYOKO (un omaggio al Giappone)
l'autorice; Francesca Papa (vive a Roma)
la casa editrice; photocity stampato in settembre 2011


 

10 ottobre 2011

Bakuryo-ten

il tempio Daitokuji ; è un grande complesso con 22 tempietti secondari dentro recinto. Fù fondato nel 14° sec dal monaco Taito-Kokushi. Da questo tempio uscirono numerosi monaci importanti tra cui c'era Ikkyu Sojun. 
l'ingresso del Honbou (il tempio principale) ; di solito non è aperto al pubblico. Il biglietto della "Bakuryo-ten" costa 1,300 yen...
Finalmente, finalmente ho riuscito a vedere "Bakuryo-ten" di Daitokuji, che è uno dei più importanti templi buddhisti della setta Rinzai (Zen) . Solo una volta l'anno, la seconda domenica di ottobre si tiene questa esposizione chiamata "Bakuryoten" o in parole povere "mushiboshi" vuole dire "esporre le opere all'aria aperta" (questo termine "mushiboshi" si usa soprattutto per kimono, gli oggetti delicati come seta o carta giapponese vanno esposti all'aria almeno una volta l'anno per proteggere da muffa e tarlo, in genere se lo fa in autuno). Alcuni templi famosi e grandi possiedono tante opere calligrafiche e dipinti di grande importanza storica, ma purtroppo la maggior parte di esse ordinariamente giace in maggazzino. Quindi questa occassione speciale è aspettata soprattutto da molti accademisti e intellettuali, infatti si vedevano tanti giovani che prendevano appunti o schizzavano fermandosi davanti a un'opera famosa, e poi c'erano i signori intelligenti  che spiegavano le opere ai loro compagni. C'erano anche tante signore in kimono, che saranno quasi tutte discepole di Sado (via del tè) dato che devono avere una conoscenza profonda delle opere calligrafiche e dipinti. Siccome lo scopo principale di questa esposizione è fare "mushibosi"  in caso di pioggia sarà annullata ovviamente. Per fortuna questo anno è stata favorita dal bel tempo. Abbiamo potuto godere di circa un centinaio delle opere stese in 7 camere del palazzo Hojou (anticamente era una dimora di priore, oggi si usa per le cerimonie importanti) che è classificato tra i tesori d'arte nazionali, di solito non è aperto al pubblico. Poiché quasi tutte le opere sono inserite su un rotolo (kakejiku), erano appese agli architravi, giustamente senza vetrina ma non c'erano neanche spiegazioni, c'erano solo i pezzi di carta con il nome di opera semplicemente lasciati su tatami.
Tra tanti bei dipinti a inchiostro di china c'era il famosissimo trittico di Mokkei, che era un pittore cinese del 13° secolo e influenzò vari pittori giapponesi dell'epoca Muromachi come Tohaku Hasegawa. Oltre Mokkei c'erano tante opere dei pittori giapponesi di alto livello come Tanyu, Mincho e Rosetsu. Ho girato ben tre volte perché talmente era difficile lasciare questo posto. Mi sono incantata anche alla vista del bellissimo giardino zen con la porta Karamon che è classificata tra i tesori nazionali pure questa.

il palazzo Hojou ; fù costruito nel 1635. Tutte le porte scorrevoli furono dipinte da Tanyu Kano.